Ibrahimovic e quello sguardo di ammirazione verso il "Fenomeno"

 



"Molti giornali il giorno dopo quella partita, attribuirono quello sguardo alla mia arroganza. Dissero che stavo sfidando Ronaldo. La mattina quando mi svegliai, lessi la prima pagina di un quotidiano, e mi uscì una risata profonda. Quelli della carta stampata non ci capirono nulla... il mio sguardo era un misto di incredulità e contentezza. Ero felice come un bambino... io Zlatan, che stava sfidando lui, il sogno di una vita. Lo guardavo, lo fissavo perché da piccolo era il mio idolo. Il più grande mai apparso su un campo di calcio. Nella mia carriera fino a quel momento non mi ero mai trovato in una situazione del genere. Lo volevo abbracciare, ringraziare per tutto, ma c'era un Derby da giocare. A fine partita, andai a trovarlo negli spogliatoi del Milan, parlammo per mezz'ora, e gli raccontai tutto quello che provavo per lui da bambino. Non era amore, ma qualcosa di più. Ci scambiammo le casacche, e mi firmò anche un autografo. Tutte le maglie che mi hanno dato i vari calciatori dopo le partite, sono buttate dentro un armadio a casa. La sua no... C'è l'ho in un quadro, messa in bella mostra nella mia stanza a Malmö. Guai a chi me la tocca... Il Fenomeno rappresenta la mia infanzia, il mio sogno da bambino. Per me è tutto..."

(Zlatan Ibrahimovic)

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