Henry, la leggenda dei gunners

Thierry Henry è stato uno dei giocatori simbolo dell'Arsenal, ha portato la squadra di Londra a giocarsi la finale di Champions League contro il Barcellona di Ronaldinho, Eto'o e company, lo stesso Barcellona che di li a breve sarebbe diventato il suo nuovo club. 

Una storia particolare la sua, arrivato in Italia alla Juventus, dove non ebbe molta fortuna e fu prematuramente lasciato andar via. All'epoca la Juventus era piena zeppa di campioni e probabilmente poteva permettersi di attendere e che il talento francese sbocciasse o forse non credeva troppo nelle sue potenzialità, finì così che lo lasciò partire e per lui la carriera fu in ascesa verso il successo. 

C'è da riconoscere che oltre alle difficoltà tattiche incontrate in Serie A pativa anche qualche problemino fisico che di certo non lo ha aiutato ad esprimersi al meglio. Sta di fatto che ha trovato la sua gloria altrove, in Inghilterra, diventando un icona dell'Arsenal, ma non solo. 

Una squadra quella di Arsène Wenger, che ha mostrato forse il calcio più bello e divertente di quegli anni, ma la bellezza del suo gioco si è rivelata purtroppo inversamente proporzionale alla concretezza dei risultati, difatti l'Arsenal di Wenger viene spesso ricordato come bello, ma non vincente. E' una storia davvero molto particolare quella dei londinesi, che abbinata alla storia personale di Henry rende l'idea di qualcosa di magico, perchè nonostante non abbiano raccolto per quanto dimostrato sul campo, chi ha avuto la fortuna di vederli giocare anche e soprattutto da avversario li ricorda con grandissima ammirazione. 

Questo è uno dei motivi per i quali lo stesso campione francese dedicò questa frase ai tifosi, a coloro che sono stati e saranno sempre il cuore pulsante del mondo del calcio, quello vero, fatto di sentimenti autentici. 

“Gioca sempre per il nome scritto davanti alla maglia e loro ti ricorderanno per il nome che c’è dietro”.

(Thierry Henry)